sistemi fotovoltaici

Piano nazionale per il clima: impianti a terra e agrifotovoltaico

Piano nazionale per il clima:tra gli obiettivi 31 GW di impianti fotovoltaici entro il 2030

Il Piano Nazionale Integrato Energia Clima (PNIEC) attualmente approvato, stabilisce tra  i suoi obiettivi la realizzazione al 2030 di circa 31 GW di impianti fotovoltaici.
Partendo dall’ipotesi che il 30% delle installazioni vengano realizzate su tetto, i rimanenti sistemi a terra necessiterebbero di 28 mila ettari di terreno circa. Gli impianti a terra possono rappresentare una risorsa per l’utilizzo dei terreni abbandonati, circa 4,2 milioni su una superficie agricola totale italiana di 16,6 milioni di ettari. La quantità di terreno che l’agricoltura perde ogni anno cresce, inoltre, al ritmo di 125mila ettari, quasi 5 volte la superficie richiesta per i nuovi impianti; una perdita costante che vede tra le sue cause proprio gli effetti dei mutamenti climatici.

I 28 mila ettari previsti per l’installazione dei nuovi impianti a terra corrispondono allo 0,67% delle superfici agricole non utilizzate e solo allo 0,17% delle aree coltivate.

Piano nazionale per il clima: impianti a terra e agrifotovoltaico

Agricoltura e fotovoltaico non si escludono a vicenda. Con la pratica dell’agrifotovoltaico, che prevede la coltivazione tra le file dei moduli, le aziende agricole possono condurre la loro attività con maggiori risorse economiche, ricavate dall’impianto fotovoltaico. Rappresenta quindi una strada per contrastare lo spopolamento delle aree rurali e incentivare la coltivazione di superfici abbandonate.

L’agrifotovoltaico favorisce inoltre la biodiversità e sostenibilità delle coltivazioni, in quanto nelle aree occupate dai sistemi a terra sono vietati fertilizzanti e pesticidi, a beneficio di ambiente e salute. Tra i vantaggi dell’agrifotovoltaico anche il ridotto fabbisogno di acqua.

Le energie rinnovabili, fotovoltaico ed eolico, rivestono un ruolo primario per il raggiungimento degli obiettivi della transizione ecologica che prevedono la riduzione del 55% delle emissioni di CO2 entro il 2030 e il raggiungimento delle neutralità economica nel 2050. Allo stesso tempo possono contribuire a generare un valore aggiunto, rappresentando quindi una opportunità di crescita e valorizzazione delle comunità che li ospitano.

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